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Ditesti

venerdì 13 ottobre 2017

Hillsfar e dintorni


  Le città medievali erano tutte fortificate. Hillsfar per la sua posizione strategica sulle vie di terra e il suo porto sul Mar della Luna non fa eccezione. Inoltre le città medievali avevano la necessità d’instaurare un rapporto “speciale” con i loro “dintorni”, cioè con quella fetta di territorio immediatamente fuori dalle mure fortificate che si estendeva, di solito non oltre le poche ore di viaggio, al limite una giornata. Questa zona che era più o meno come un “anello esterno” e che ai nostri giorni si è trasformata in sobborgo o periferia, prima dell’Epoca Industriale si chiamava contado, ed era indispensabile per la vita quotidiana delle città. Era nel contado che venivano coltivate le specie vegetali o tenuti gli allevamenti attraverso i quali la città si riforniva delle merci importanti più facilmente deperibili, come il latte, le uova, la frutta e le verdure fresche. Salvo casi eccezionali anche la maggior parte dei cereali proveniva dal contado, o nella sua cerchia erano stoccate le derrate alimentari, il legname per la costruzione (perlomeno quello comune) veniva ricavato lì, e infine, in caso di grave pericolo, le vie di fuga o di evacuazione passavano per forza di cose dal contado.
  
  Queste sono alcune delle ragioni per le quali, escludendo rarissime fortezze di dimensioni eccezionali posti in luoghi inaccessibili, l’ambiente di una città medievale, o Fantasy-medievale, non sarà mai completo senza i suoi luoghi circostanti. Hillsfar non fa eccezione neanche in questo, infatti la prima immagine del videogioco è una mappa che riproduce il contado della città. È ancora troppo presto – per me in primo luogo che scrivo gli articoli un passo alla volta mano a mano proseguo nell’avventura e nelle letture – per fare un Tour completo di tutte le località che si presentano, buone per essere visitate, scoprire cose interessanti e avventurarsi; ma intanto si può constatare che la mappa disegnata con la Computer-Graphic è pressoché identica a quella riportata nelle due pagine centrali del manuale, a colori e con una resa ben diversa. L’unica differenza consiste nei toponimi riportati sulla seconda, ripartiti sopra i diversi luoghi, ma credo che tutti quanti questi siano noti a chi frequenta il posto anche da poco tempo, e dopotutto, non dovrebbe essere complicato reperire delle mappe dettagliate. 

  Perciò quello che si può vedere subito dalle mappe (meglio la seconda) sono i collegamenti di Collifar con le altre città; in modo particolare spicca in lontananza Phlan, sull’altra sponda del lago, come ci fosse un collegamento diretto via mare, poi a nord e a sud della città vera e propria partono due strade che portano all’ormai famosa Yulash e a Elventree; c’è anche una terza strada che porta a sudovest andando verso la Pietra Eretta. A parte Albero degli Elfi (Elventree), tutte le altre località esterne a Hillsfar non sono messe così in evidenza per caso, ovviamente vanno a creare dei riferimenti con i Videogame successivi, quasi che molto dello sviluppo di questa zona sia stato compiuto attraverso questi.


  Questa zona circostante la città è ricca di molti luoghi diversi e caratteristici. La città sorge all’interno di una baia insenata e la costa nordorientale appare possedere una fitta foresta che probabilmente la protegge dai venti e dall’umidità del lago, oltre a essere una fonte d’approvvigionamento di legname, così come sembra esserci anche una cava di pietra sempre a nordovest della città, mentre non sono segnalate delle fattore né sembra il territorio ospitare distese rilevanti di campi coltivati, ma non per questo vanno del tutto esclusi. Naturalmente le fonti idriche qui non possono mancare, l’entroterra è parte del bacino idrico del Mare della Luna, quindi è ricchissimo di acque correnti, come il fiume (senza nome e non riportato sulle mappe a più ampia scala) che si biforca a sud e un suo braccio s’impaluda nel Mare della Luna. Infine i luoghi più suggestivi sono rappresentati dalle rovine a sudovest (forse d’età elfica) e da un grande albero solitario, forse plurisecolare, al centro della mappa; il Labirinto del Mago è un altro bosco di modeste dimensioni il cui nome può non essere casuale, anche se sono altri “ruderi” ad attirare l’occhio. Il relitto del vascello tutt’ora mi resta completamente sconosciuto, mentre lo scheletro del dragone è vero, ed è realmente gigantesco: si tratta dei resti mai rimossi di un Grande Dragone Rosso che attaccò la città nel 1306 CV, durante l’ultimo Volo dei Draghi sul Faerûn, e fu abbattuto dai maghi Colfariani. In verità la storia raccontata dalla cronaca (sintetizzata) dice che il drago cadde morto stecchito nelle acque del lago; tuttavia parliamo di una bestia di dimensioni leggendarie, della taglia più grande possibile per il sistema di D&D – nel Faerûn i draghi hanno delle regole speciali per l’avanzamento nell’età e nelle loro dimensioni, come un’aggiunta extra alle regole generali per creare mostri ancora più grossi – in sostanza, la carcassa poi lo scheletro del mostro dovrebbero essere restato più o meno visibile sotto il pelo dell’acqua come accadde al suo lo stesso sfortunato simile Smaug ne Lo Hobbit.
  Questo drago offre la possibilità di introdurre una personalità abbastanza importante della città: il mago Borustine, uno dei pochi (forse l’unico?) “praticante magia” rimasto legalmente in città dopo l’ascesa del suo collega Maalthiir, senza doversi preoccupare delle leggi del nuovo signore, in quanto ha sostenuto la sua salita la potere. Questo mago attualmente di VII Livello, cinquant’anni fa combatté il drago insieme a tutti gli altri, credo proprio tutti gli incantatori; in questo momento può comparire come un personaggio “strano” (non solo per la sua età), poiché viene descritto come una personalità moderata, specializzata in magie difensive che ha sempre fatto in modo che a Hillsfar vi fosse stabilità sociale. Trovarlo dalla parte di quello che a prima vista appare un classico tiranno lascia pensare… ma per ora non ne so di più.

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