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Ditesti

domenica 21 luglio 2013

[MAILT] Que viva Fernandez





Non posso stare in casa a pensare
fuori è tornata la gioia di urlare,
mi troverai a girare le piazze e gridare:
I viva Fernandez!
Versa da bere ad un innamorato
un giorno sarò ricco e ti farò regina dei fiori;
Versa da bere a un povero assetato
povero da poeta, ricco come un gabbiano
che vola sulla vita con la sua fantasia.
Non posso stare in casa a pensare
fuori è tornata la gioia di urlare,
mi troverai a girare le piazze e gridare:
I viva Fernandez!
Versa da bere ad un albero sradicato
spostato dai venti e dalla curiosità
un nomade in amore ed in felicità.
Così parlava il vecchio fricchettone
il re dei maghi e delle magone:
è una preghiera, io non voglio denari
solo vino, allegria, il calore delle mani.

(E. Greppi - A. Finazzo)
con la partecipazione di: Piero Pelù alla voce.

Enrico: canto, acustica ritmica
Finaz: acustica soloista, cori
Paolino: djembé, shaker, piatti, cori
Don Bachi: contrabasso, basso
Il Giovane Nuto: batteria
Orla: telecaster, cori
Piero Pelù: voce


«La bandabardò ha sposato in pieno la causa dei Fricchettoni e del loro leader Fernandez. Siano per la rivalutazione dei rapporti umani, dei miscugli razziali e culturali. Lottiamo per un mondo a misura di donna e di bambino e per vedere un giorno trionfare l'allegria e la gentilezza».



È certo che per via della grinta e della carica energetica quali la Bandabardò immette in ogni pezzo del loro repertorio, ciascuna canzone può dirsi una sorta di “manifesto” del loro spirito e del loro impegno culturale e civile; la Bandabardò non fa semplicemente musica Folk o di genere Combat-Folk, hanno un'impronta particolare per la quale tentano di raggiungere subito il pubblico come se tutti i presenti e partecipanti fossero amici e si stesse a suonare e a cantare per finire con il ballare in una sorta di festa più o meno improvvisata.



In W Fernandez (Circo Mangione, 1996, album d'esordio). l'obiettivo viene raggiunto in qualità di una delle “prime volte” del Gruppo grazie alla commistione di una musica relativamente nuova per i concerti di grande pubblico dei secondi anni Novanta e intonazione metrica del testo. La strofa iniziale - che è anche il ritornello - è posta in rima semplice con desinenza in «-are» che si ripete quattro volte in tre versi - una rima in più rispetto ai versi, e grazie all'adozione di sillabe dalla tonalità aperta, spingono e trascinano “oltre”, più avanti, seguendo il ritmo della “vita del Fricchettone” appunto intesa per essere allegra e spensierata, dove l'esistenza sembra volersi svolgere “sospesa” al di sopra di condizioni e costrizioni materiali e sociali, prescindendo completamente da quello stile di vita “stressante” volto all'acquisizione del benesseere attraverso il denaro. Tutto questo è suggerito perfettamente dal secondo e dal quarto verso della strofe successiva alla prima dove il verso e la locuzione si allungano oltre il necessario, come se vi fosse un enjambement. Ci sono in effetti degli enjambement, almeno nel senso del trovare la conclusione dei concetti ai versi seguenti. In questi casi la canzone trova quell'effetto da «gabbiano» in volo libero, aliante nell'aria e quando si passa al verso che segue quello “lungo”, la risposta sembra arrivare come una “contraddizione” di quanto finora espresso: il negativo dell'«albero sradicato» è invece condizione tutt'altro che triste o da compatire; si tratta di vere e proprie capriole in aria dunque, capaci anche di ribaltare anche la semantica di parole come «magone» che merita, a fine canzone una sorta di accezione perfino sensuale.


 Ai loro esordi, la Bandabardò fu aiutata dal cantante fiorentino Piero Pelù - e anche se non è facile riconoscerlo ha cantato proprio nella canzone W Fernandez




  la-                        fa
  Non posso stare in casa a pensare

do                        sol        sol#
fuori è tornata la gioia di urlare,

la-                fa                              do        sol
mi troverai a girare le piazze e gridare:

sol#      la-          sol
I viva Fernandez!

              fa#-                              re  la
Versa da bere ad un innamorato

                            do#7              fa#-      re
un giorno sarò ricco e ti farò regina dei fiori;

            fa#-                              re      la
Versa da bere a un povero assetato

                do#7                              fa#-
povero da poeta, ricco come un gabbiano

                      re  la                      do#7

che vola sulla vita con la sua fantasia.

Non posso stare in casa a pensare
fuori è tornata la gioia di urlare,
mi troverai a girare le piazze e gridare:
I viva Fernandez!
Versa da bere ad un albero sradicato
spostato dai venti e dalla curiosità
un nomade in amore ed in felicità.

do-                            sol#
Così parlava il vecchio fricchettone

mib                          sol
il re dei maghi e delle magone:

sol#                            fa-
è una preghiera, io non voglio denari

sol
solo vino, allegria, il calore delle manie



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