Gli Scout

Ogni maledetto anno che viene, nel giorno del Venerdì Santo, dalle mie parti si rannuvolano una quantità di ragazzini e di ragazzine in calzoncini e foulard verde/nero intorno al collo.
Nulla in contrario a chi vuole sancire la propria unità in Cristo che muore e risorge sotto le insmentibili spoglie delle Giovani Marmotte, ma, chi cazzo gli mette in mano quegli orridi e rachitici bonsai che insistono a vendere porta a porta a tutti gli esercenti della zona?
Io voglio capire il meccanismo della cosa. Ma non il meccanismo della pietas cattolica (ché non esiste), bensì il meccanismo di pianificazione economica che spinge a investire su questa città per tale vendita/rastrellamento di denaro capillare, mosso dalle più pervertite logiche di sfruttamento, del lavoro, dei sentimenti umani, della pressione morale.
Non mi si venga a dire che è "per beneficenza", non posso crederci e la ciclicità perfetta di tale stagionalità d'impresa è fin troppo sospetta. In un Paese dove ormai è conclamato che qualunque ente di categoria "no-profit", fa dello spudorato falso ideologico sulle sue attività (partiti politici, associazioni, sindacati, tutto!), possiamo credere che ci sia qualcosa di vero, "trasparente", reale, "socialmente utile" in queste cose?

Ho sempre disdegnato la carità, in quanto vestigia persistente dell'assistenzialismo dello Stato Pontificio che tanto ha inciso in Italia. Ho una ragione in più per strappare dalle mani della ragazzina brufolosa, con gli occhiali da Nerd neri e i capelli grassi da far paura, quel bonsai, buttarlo a terra, tirare fuori l'uccello e pisciarci sopra.