Le circostanze
Sarebbe eccessivo e improponibile presentare questo ragionamento come una tesi radicale e definitiva. Le soluzioni scientifiche non esistono in politica, e nessuno potrà mai formulare una proposta universalmente valida.
Tuttavia riconosco che quanto vado a sostenere è abbastanza fuori dal coro; prendo in considerazione elementi e faccio valutazioni che molti dirigenti della sinistra non fanno. Senza presumere credo quindi d'avere in mano una possibile chiave di volta del problema, che potrebbe fornire nuovi strumenti arricchendo il dibattito per chi vorrà rimettere in piedi la sinistra italiana. La mia idea è logicamente formulata in opposizione e in reazione al sistema di potere politico italiano (riprenderò più approfonditamente questo concetto più avanti); la forma che questa mia idea prende, però, non è assoggettata al potere, ma è in suo contrasto.
Senza dubbio è stato il sistema di potere italiano a causare la situazione di tracollo della sinistra; per essere precisi gli elementi decisivi sono stati, a mio avviso, tre.
Gli errori della sinistra. È un argomento di lunga trattazione, qui non c'è spazio e tempo per affrontarlo e sono costretto a ridurlo a un motto: “L'errore complessivo della sinistra italiana è stato generato sia dalla mancata comprensione della natura del governo Prodi, sia da una insufficiente reazione alla strategia sottostante la nascita del Partito Democratico” - A mio avviso questi errori sono stati più profondi e temporalmente più lunghi del periodo compreso nella sola campagna elettorale, forse riguardano l'intero ultimo biennio, forse provengono addirittura da molto prima.
Le legge elettorale. È indiscutibile: ciò che disegna e costruisce i parlamenti sono le leggi elettorali. In verità, l'incidenza effettiva della legge è stata molto relativa, ma fin quando sarà in vigore l'attuale “porcellum”, non si può prescindere dall'elemento.
Il sistema dei partiti. Hanno raccolto il maggior numero di voti due partiti del tutto nuovi, ci sono stati schemi di alleanza nuovi, così tra le liste come internamente al sistema di rappresentanza dei pariti stessi.
Partendo dal terzo e ultimo punto, e ripercorrendo, anche a memoria, gli ultimi quindici anni di storia elettorale, si constata come il sistema di potere italiano non ha una struttura stabile, tutt'altro: il potere in Italia ha una forma liquida, mercuriale, cambia di continuo. Se vogliamo, possiamo anche dire che i più forti centri di potere in Italia per garantirsi la propria riproduzione, impongono continuamente la spinta al cambiamento, la guidano, la gestiscono.
Quanto espresso in questo scritto fa riferimento al “qui e ora”, e va in suo contrasto, ma resto conscio del fatto che il sistema di potere può cambiare ancora; una nuova legge elettorale, un nuovo partito, possono cambiare nuovamente il quadro. Il punto è che, purtroppo, non è la sinistra italiana quella che ora tira i fili di questi processi, e Rifondazione dovrebbe lavorare per diventarlo.
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