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Ditesti

giovedì 29 maggio 2008

Ricominciare a centosedici anni 03




L'idea di fondo

È impossibile negare che il tracollo della sinistra sia un fatto epocale nella storia d'Italia. Di fronte a eventi eccezionali, la reazione non può che essere altrettanto eccezionale, altrimenti il discorso si chiude qui.

Tuttavia, leggendo questo scritto, qualcuno potrebbe arrivare a giudicare che mi stia semplicemente facendo trasportare sulla cresta di un'onda che in realtà può rivelarsi molto breve. Ho riflettuto a lungo su tale questione, per capire se stessi semplicemente reagendo d'impulso alle novità, oppure se avessi centrato il punto.

Io ritengo fermamente che Rifondazione debba potare molti rami secchi, e debba attuare molta innovazione radicale perché si riproponga come un forte partito di sinistra; temere le novità e le rotture fanno chiudere qui il discorso.

L'innovazione continua, fino allo stesso ribaltamento dei presupposti da cui si parte, è un elemento fondamentale del sistema politico nazionale: i due partiti che oggi rappresentano la maggioranza nel paese, sono oggettivamente due partiti ancora nuovi di zecca.

Inoltre, se è concesso il dire, un “dialettico-materialista” deve abituarsi a vedere il ribaltamento delle tesi durante i processi di mutamento sociale.

Sono comunque certo che verso la fine di questo scritto, il ragionamento potrebbe generare una forte critica nei miei confronti; credo di poter essere accusato di voler mettere in discussione le ragioni del comunismo italiano. Vorrei porre un distinguo da subito, in modo da evitare ogni incomprensione. Se per le “ragioni storiche del comunismo italiano”, vogliamo intendere la lotta e l'opposizione al sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, allora sarebbe una critica veramente ingenerosa; non ho alcuna intenzione di abbandonare questo principio. Se le ragioni storiche del comunismo italiano sono intese come quell'onnicomprensivo retaggio, fatto sì d'ideali, ma anche di altre cose, allora non certo io quello che le mette in discussione, ma il 97 per cento dei votanti più tutti gli astenuti.

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