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Ditesti

venerdì 8 febbraio 2008

Ok, accendiamo la radio

Del resto manca ancora un po' all'arrivo.

Accendo la radio e colgo una battuta di uno speaker qualsiasi sull'attuale situazione politica...ehm...

Ok: alzate il volume, saltate tutto, chiudete la pagina, cambiate canale. Non importa. Il mio cervello non vi segue.

Quest'uomo:




non mi dà la minima fiducia.
E con questo mi ritengo fregato.
Sono del tutto fottuto perché ho sempre certo di interessarmi, scegliere e intervenire nella politica dell'Italia cercando un maledetto compromesso tra quello che frullava nella mia testa, e quello che mi bolliva (ahimè) in pancia.
Non è affatto una situazione piacevole. Provate voi a mettere in pace teorie ideali e prassi concrete. Vi accorgerete in prima persona quale impervia impresa sia.
Forse (e perché non dovrebbe?) il mio mal di vivere la politica di questo fottuto paese è una questione storicamente determinata. Esattamente: compio quest'immane fatica, a volte estenuante, spesso nauseante, proprio perché provo a comparire in quella fetta di torta che, nel piccolo o in grande, cerca di dare una spinta reale alla politica italiana. E nel far questo, mi ritrovo al confronto obbligato, al dover fare i conti senza poterlo evitare, con gente come il signore dianzi esposto.
Ma questa volta no. Questa volta lui e i suoi non avranno, neanche indirettamente il mio sostegno e neanche la mia fiducia.
In primo luogo perché egli è il primo responsabile delle elezioni anticipate.
Cosa dite? In realtà tutto è imputato a un tizio di Ceppaloni?
Si va be': raccontane un'altra Sherazade.
A dire il vero, forse non è proprio come la vorrei far passare io. In realtà le cose sono complicate ("It's complicated"; dicono in America quando non vogliono ammettere di non capirci niente), dannatamente ingarbugliate. O forse lo erano...
Il Segretario del PD, la storia ne è testimone, ha cercato in tutti i modi di piegare il sistema ai suoi interessi. Questo per garantire alla sua neonata formazione politica - che sparò le ultime cartucce di quella che Gramsci chiamava la "connessione sentimentale" - un meccanismo di supremazia elettorale.
All'inizio tutto sembrava facile: faccio un accordo col leader dell'opposizione, e dividendi si sarebbero spartiti "a babbo morto". Poi le cose si sono ingarbugliate, gli accordi non filavano più così lisci, sono accadute cose un po' pasticciate e infine, bum! Accade quello che accadde e il governo cadde. Alcune settimane a menar il can per l'aia, perseguendo una soluzione che non esisteva, ma alla fine - cioè in questi giorni - tutto è tornato ad avere nuovamente una rotta chiaramente segnata, che porterà tutte le cose ad andare per il meglio.
Non sto scherzando! Il Partito Democratico ha infatti diversi obiettivi che stanno per giungere, a quanto pare, in porto.
Il primo è stato indubbiamente raggiunto. Prodi è caduto e il professore si è ritirato dalla ribalta (forse farà il presidente di Alitalia? E perché no?).
Il secondo obiettivo è senz'altro alla portata del Segretario del PD, se non altro perché ripete gli stessi passi che un altro fece non più di ventiquattro mesi fa.
Come il leader di Forza Italia alle precedenti elezioni, l'obiettivo del Segretario Democratico non è affatto vincere, ma perdere bene.
Yes, he can! E lo farà, perché non è minimamente sostenibile che il Partito Democratico vinca le elezioni, non è minimamente probabile che il PD regga un governo senza le ali della sinistra e del centro.
Ma non è assolutamente questo l'obiettivo. Il Segretario non vuole un governo "ibrido". E se tanto dà tanto, allora, tanto peggio tanto meglio: non si può vincere, ma si può pendere meglio degli altri.
La decisione, testarda ma infinitamente ambiziosa, di correre da solo sta tutta nel proporre il PD come unico ricettore dei voti "di sinistra" e del "centro sinistra".
Se la strategia avrà successo, dopo le elezioni gli italiani di centro sinistra si ritroveranno con il monolite PD che avrà letteralmente cannibalizzato tutti gli altri partiti. E pazienza se si dovranno attendere cinque anni prima di riconquistare Palazzo Chigi...cioè, vi saranno senz'altro comunicati stampa al veleno, accuse di brogli, demagogia e propaganda populistica e antipolitica lanciate all'avversario, ma sotto sotto resterà quel sorrisetto che dirà: "abbiamo svoltato, una nuova stagione politica, finalmente".
Finalmente! Quanti di voi stanno plaudendo a questo possibile scenario futuro?
Siete in tanti, lo so. Ma lasciatemi porre questa domanda: il Segretario del PD ha disintegrato Prodi, ma ha disintegrato anche il prodismo?
Cioè quell'ideologia di politica economica per la quale i compiti di un governo esecutivo nazionale iniziano e finiscono col pareggio di bilancio e il contenimento della spesa e poi, tutto il resto...tutto il resto verrà da sé e per il meglio; c'è il mercato per tutto il resto, non certo il governo.
Se siete uomini e donne di sinistra sapete bene che il prodismo non basta a questo paese. Quindi, ripeto la domanda: il PD riproporrà il prodismo?
Risposta: non lo sappiamo e non ci verrà mai detto, perché all'ordine del giorno del PD non c'è governare, ma distruggere tutto quello che ha intorno a lui.

Su con la vita gente, io intanto sono arrivato alla festa.

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