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Ditesti

lunedì 11 febbraio 2008

Il giorno dopo...

Perché!

Per quale fottuta, stupida ragione di merda ho rimesso la sveglia alle otto di mattina!


Bestemmio ad alta voce mentre ciondolo per tutto il corridoio verso la sala nella quale il più sgraziato dei suoni del mio sistema Linux-Ubuntu è in grado di produrre come segnale acustico urla da cinque casse e un sub-woofer.

Lo spengo.

Merda, e un'altra bestemmia. Ho fatto le sei di mattina, stamattina! Ho ancora in corpo i residui di una decina di birre, ho scarrozzato Drumthalya per mezza regione ascoltando i suoi casini sentimentali (o sessuali, mica ho ben capito) e oltretutto mi sono ritrovato immischiato in essi! Ora, Paolo Augusto del cazzo, io esigo! Esigo che ti ricordi per quale scellerata motivazione avevi programmato di alzarti alle otto in questo giorno.

Guardo poi sulla scrivania e vedo il foglio.

Ah, c'era la presentazione di un corso di formazione post-laurea: «Gestione Risorse Umane. Selezione, formazione, direzione e amministratore del personale nelle imprese e nella P.A.».

Chi magari ha iniziato a conoscermi (e ad amarmi un po') puo' immaginarmi a fare scempio di questo invito nel modo più truculento che la mia natura bestiale (l'unica attualmente sveglia in questo smilzo corpo peloso) sia in grado di disporre, per poi rimettermi a letto a dormire il sonno dei nottabuli ubriaconi

E invece, non sarà così. Perché ho qualche problema.

Saltando quelli che per voi possono apparire più evidenti, passo a quelli che per me sono disperatamente importanti.

Primo: di solito dormo poco. Tipo che se vado a letto a mezzanotte, alle sei di mattina mi trovate già in piedi fresco come una rosa. A fare che? Mi domando a volte. Putroppo ho anche quella brutta malattia che potrebbe chiamarsi «insonnia retroversa», nel senso che dopo essermi addormetato una volta, non importa quanto tempo passi, se mi sveglio non mi riaddormento più a meno che non faccia uso di stupefacenti.

Secondo problema: ho una madre. Questa madre per la precisione:

1. è la mia socia nell'attività di produzione e vendita delle ceramiche;

2. abita in un'altra casa, dove c'è ancora la mia residenza e quindi il postino lascia tutta la mia corrispondenza;

3. In quanto madre di un figlio laureato in lettere moderne, desidera che il suo pargolo invece di trastullarsi nella vendita delle ceramiche artistiche, trovi un lavoro con posizione consona e adeguato trattamento economico, se non altro pari all'investimento che costarono i suoi studi;

4. è un'impicciona premurosa, ogni volta che mi arriva una lettera per cose di questo genere si precipita a casa mia e mi obbliga ad andarci.

Capirete bene che per non sottomettermi a settimane di litigi, musi lunghi e frasi acide dette con bocca mezza aperta sia costretto a prendere e partire per valutare la possibilità di seguire qualche corso di specializzazione, post-laurea, master e via dicendo.

Questo nello specifico prevedeve anche una borsa di studio, e l'argomento mi sembrava anche interessante per la mia piccola attività. E poi (pizzico di nostalgia) si tiene all'università, e a me piace ogni tanto imboccare di nuovo la sua entrata.

Tutto sta, oggi, nel riuscire a guidare da casa mia in Città senza procurare incidenti.

Bene, passiamo alla solita cura anti-sbornia made by Paolo Augusto. Un Parental Advisory grosso quanto una casa, perché per alcuni sarebbe un suicidio, ma a me funziona.

Serve una colazione a base di pane e insaccati. Ma non uno spuntino. Almeno uno di quei panini che si fanno i carpentieri alle nove cavalcioni sui travi del palazzo in costruzione. Il pane è indispensabile, perché agisce come una spugna sugli acidi dello stomaco, la carne secca altrettanto perché dopo essersi bevuto tre o quattro litri di birra (o un equivalente di qualsiasi altra bevanda alcolica) al tuo organismo tutto serve meno che una razione di zuccheri. Oltre al panino serve almeno mezzo litro di tè, forte, e ovviamente poco zuccherato.

Fatto questo, mi reco al bagno dove soffro le pene dell'inferno, ma sento il mio organismo depurarsi. Passo alla doccia e dopo essermi rivestito e reso quanto più avvicinabile ad un essere umano, mi faccio un bel caffé doppio, forte e nero.

P.S. Se fumate, evitate di fumare almeno per tutta la mattina altrimenti vi si apre la testa in due come un melone maturo.


Dopo qualche chilometro...

In Città ci sono arrivato sano e salvo, ho pure trovato parcheggio in un posto non a pagamento e soprattutto non in divieto di sosta. Entro trafelato in ateneo, ho fatto un po' tardi e non mi fermo a guardare intorno. Così come non mi soffermo neppure a osservare la composizione della platea adunata per la presentazione di questo corso per vedere facce conosciute o conoscibili. Sono venuto qui perché la cosa mi interessa per davvero, forse sarà un mio modo per capire da che parte sta andando il mondo, di toccarlo con mano; di certo però non vengo qua a spendere i soldi che nessuno mi sta guadagnando nel mio negozio chiuso.

Quindi cerco di concentrarmi per quanto mi è possibile. Sono presenti tre organizzatori, e come regola vuole, sono il “Giovane che ce l'ha fatta” (30/35 anni), “Il Maturo che fa le cose per passione” (40/50 anni) e “Il saggio anziano con tanta esperienza” (60/65 anni). A questi si accodano tre o quattro docenti universitari, tutti presentati con grande riverenza perché, capiamoci subito: sapete dove mi trovo? Mi trovo di fronte ad una manifestazione della new economy, il settore dei servizi e della «società della conoscenza». Il «coso» che ha promosso tale incontro, non è un ente, non è una istituzione, non vuole farsi chiamare neppure una «azienda», ma è una sorta di «associazione», motivata da grandi principi e prospettive etiche e scientifiche che offre formazione a giovani laureati e a gente già inserita nel mondo del lavoro.

È normale, per carità chi mai oserebbe dire il contrario, che coloro che si dedicano a tale opera non campino d'aria, quindi prima ancora di intraprendere tale onerosa e esosa attività è bene poter trovare i giusti finanziamenti in giro. Ed eccoli qua i «finanziatori», presentati con tutti i crismi uno ad uno: professori universitari pronti ad alzar la mano al momento della delibera per chi è in grado di spargere il seme delle loro dottrine e delle loro convinzioni sociali, economiche e politiche. È il nuovo gioco delle nostre università italiane, iniziato da quando se ne son fregati della libertà di ricerca e della libertà della più alta istituzione formativa e l'han portata in bocca alle aziende presenti sul territorio.


Ora penso che se siete studenti, laureati, impiegati in cerca di miglioramento, precari in cerca di occupazione, bene o male siete a conoscenza dell'iter di queste cose, quindi non sto a farvi il sunto della presentazione (e che? Non faccio reclame a nessuno io) anche se ho preso appunti per tutto il tempo per tentare di stare sveglio.

Ho appuntato soprattuto i nomi degli organizzatori. Ecco, se uno come me è in grado di dare un consiglio alla gente è questo: quando andate a vedere cose di questo genere, lasciate pure perdere i concetti e le nozioni intellettuali che vi diranno, tanto se siete davvero interessati e per davvero vorrete continuare fino in fondo, state tranquilli, vi ripeteranno quei tre o quattro concetti striminziti fino alla nausea. Invece guardate bene le persone, appuntatevi i nomi, e quando tornate a casa cercate di capire cosa fanno, chi sono, cosa pensano. Ne trarrete giovamento se mai dovrete ritrovarvi faccia a faccia con loro.

Questo corso, in estrema sostanza, è finalizzato alla formazione di gente «esperta in risorse umane», in altri termini a creare Direttori del Personale, o figure ad esse simile. Il concetto fondamentale, o lo «spirito del progetto», espresso guarda caso dal “maturo appassionato” è nella sostanza questo: la gestione del personale in Italia in questi ultimi anni sta battendo il passo rispetto ad altre esperienze, il punto è che si sta perdendo “sensibilità” nella capacità di gestire e di valutare le capacità individuali degli addetti. Molto spesso quando si pensa all'impresa e alle sue politiche di gestione del personale, si pensa soprattutto a escogitare metodi per “mandare via” la gente e questo è sbagliato. È sbagliato perché senza dei professionisti o dei quadri d'impresa capaci di gestire e valorizzare gli addetti a volte si perdono risorse preziose, si compiono scelte errate, si sprecano soldi e si perde efficienza e competività. Un buon Direttore del Personale è quello in grado di valutare e gestire le risorse umane dell'azienda in modo che esse siano efficienti, capaci, motivate e soprattutto possano trovarsi bene nel posto dove lavorano.

Cazzo! Mica male questa idea di fondo. Non c'è che dire che si tratta di un progetto di tutto rispetto, sia dal punto di vista culturale, economico e anche etico. Questi cercano di cambiare la vecchia ideologia padronale, paternalista, opprimente e mobbizzante delle nostre imprese. I miei rispetti signori.

A metà della presentazione questo corso mi piaceva. Peccato che sarebbe a pagamento: 4.560 € tutto compreso. E merda...potrebbe essere tutto l'utile che mi spetta del mio negozio in tutto l'anno. Va be', non dispero, posso sempre confidare nel vincere la borsa di studio (io, come tutti gli altri 100 intervenuti).

Spetta al “Giovane che ce l'ha fatta” illustrarci tale aspetto, non senza averci prima riporato con i piedi per terra (e sì i sognatori...sono tutta gente ormai vecchia, il nuovo guarda alla pagnotta). Questa non è una azienda, noi non promettiamo posti di lavoro a nessuno, abbiamo avuto però ottimi risultati dai due corsi precedenti (perché non me li dici? Sono curioso), e ovviamente il corso è a pagamento. A tal proposito abbiamo disposto che il corso sia destinato a un numero chiuso di 25 persone di cui una beneficierà della borsa di studio. Questa verrà assegnata dopo un colloquio di valutazione, non tanto culturale, ma basato tutto sulla motivazione delle persone (sospiro speranzoso in sala). La procedura per accedere a questo colloquio è la seguente: dovrete fare iscrizione al corso, versare una caparra, e poi sostenere il colloquio (mormorio di disappunto in sala).

(Il “Giovane che ce l'ha fatta guarda in sala un po' smarrito, poi riprende il suo contegno brillante e deciso) Abbiamo fatto questa scelta, una scelta di campo, perché vogliamo che chi segua questo corso non lo faccia “perché è gratis” ma perché sia davvero motivato, quindi, selezioneremo solo tra chi ha già deciso di partecipare (fogli che vengono riposti, cappotti che vengono presi dagli appendiabiti, passi che si avviano all'uscita dell'aula testimoniano la grande incazzatura in sala).

Bravo! Ottimo! Grande esempio di gestione delle risorse umane!

Per inciso, non hai detto che la caparra (150 euro, mica bruscolini) verrà restituta in caso di recesso. Su uno dei fogli illustrativi, c'è scritto in quanto segue: «E' [sic!] possibile rinunciare all'iscrizione 8 giorni prima dell'inizio del corso, [...] In tal caso verrà restituita l'intera quota di iscrizione versata». Ma se voi mi mettere il colloquio di selezione per la borsa di studio sette giorni prima dell'inizio del corso? La mia caparra che fine fa?

E a parte i trucchetti alla Wanna Marchi, ma per davvero pensi di aver fatto un buon lavoro, eh “Giovane che ce l'ha fatta?”. Non mi hai detto quanta gente uscita dal tuo corso effettivamente ha trovato lavoro e in quanto tempo, non mi hai detto che tipo di lavoro svolge, che retribuzione ha, che prospettive concrete ci sono. Soprattutto, non mi hai affatto stimolato a venirti a dare 4.560 euro per la mia formazione specialistica.

Ma non è mica colpa tua, della tua incapacità di fare il tuo mestiere. Perché il tuo mestiere non è né quello di “vendermi” un corso, né quello di formarmi per davvero. Il tuo mestiere è quello di intascarti 44.000 euro dei 25 partecipanti, più le caparre non sindacabili, più i soldi presi dai fondi di Europei, Nazionali e Universitari per la formazione post-laurea.

Ma non è meglio se ci ristrutturano i cessi con questi soldi? Almeno posso mandarti a cagare in posti eleganti.


E tutte quelle belle chiacchiere sulla sensibilità? Mi chiederete. Be', è sempre la solita storia: «Accademia».

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