Non sarei sul serio quello che appaio davvero a molti se non avessi una vita intellettuale così caotica, turbinosa e anche insoddisfancete, perché è fatta più di idee che non trovano sbocco, progetti che non si realizzano, cose lasciate a metà. Ma è l'unico modo che conosco, il quale realmente mi dona l'impressione di aver giù vissuto mille anni e cento vite diverse.
E non lo so, se davvero un giorno, mangari sulla soglia della senilità, riuscirò a ottenere qualche storia fantasy che possa dire qualcosa di nuovo. Non dico qualcosa che si stacchi dal mio retaggio culturale classico, ma neanche un fantasy che altro non sia che un rifacimento mal appoggiato su alcuni discutibili pilastri dello "spaghetto+qualcosa" che imperversa in Italia da tempo. Tutta roba, se vogliamo, di qualità, ma si tratta di lezioni di maestri che, seppur geniali a loro volta soffrono dell'ingrigimento del tempo, e sono soffocati dal grande male della cultura italiana. Un male che ha un nome, che però non cito qui, perché nel tempo dell'ideologia post veritiera, potrei essere persino scambiato per un reazionario.
Intanto prendetevi uno schizzo

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