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Ditesti

mercoledì 24 agosto 2022

Il Totocalcio e i giochi aleatori

 

Il lavoro di Clifford Geertz mi è stato molto utile in passato, quando stendevo la prima versione del saggio, e anche in questi giorni di rilettura e spudorata promozione del mio breve saggio, perché è stato quel filtro attraverso il quale sono riuscito a separare, come fosse stata una sabbia dalla grana finissima, l'elemento dell'irrazionalità che probabilmente è il principio motore originario dell'attività ludica d'ogni genere - come ne sto scrivendo parallelamente in questi giorni per la versione estesa del saggio che diventerà quasi un libro.
Quindi con l'irrazionale e con l'inganno (che potrebbe discendere dal primo), mi sono ritrovato con una coppia di elementi discriminanti da usare efficacemente sulle forme più complesse di cui ho scritto subito dopo aver concluso l'enucleazione dei fondamenti alla base delle scommesse. Ho fatto un tuffo nel passato con il vecchio gioco del Totocalcio, che è un gioco aleatorio di scommessa sportiva ma organizzato in modo effettivamente complesso: non solo bisognava pronosticare tredici risultati di una sola giornata, ma la schedina era un vero e proprio strumento di gioco. In altre parole si giocava la schedina o con la schedina, oppure, tutto il gioco si risolveva nella compilazione della schedina, ed era possibile che quelle colonne su cui apparivano soltanto i tre marcatori di pronostico (1, X, 2) con il tempo e l'abitudine diventassero il cuore stesso del sistema di gioco, tanto che quei segni alfanumerici, sia quando erano scritti a mano oppure, in seguito, anneriti con un pennarello su una griglia stampata, iniziarono ad acquisire un senso di per sé, fino a non far badare più tanto il giocatore alla colonna in cui erano abbinate le partite di Serie A, B e C in programma quella domenica: iniziò a contare solo la sequenza di segni che usciva di volta in volta mutata... come oggi si gioca al Superenalotto.



Forse questa è una tesi interpretativa troppo estrema e poco fondata per spiegare come molti appassionati del Calcio e dei pronostici passarono dal giocare la schedina attraverso le loro conoscenze e informazioni circostanziate sulle squadre e sugli andamenti dei campionati a un sistema di proiezione statistico-probabilistica del tutto slegato dagli eventi, tuttavia è estremamente suggestiva e può rafforzarsi col fatto che i sistemi del Totocalcio funzionavano esattamente in questi termini, e in ultimo, abbiamo una riconferma: le leggi reali del concorso così concepito trascendono le circostanze effettive dell'evento su cui si incentra assorbendo, sia pure con una diversa prospettiva, il meccanismo essenziale di tutti i giochi di scommessa, per cui la scelta in definitiva è un fatto di gusto, inclinazioni personali, sensazioni momentanee e lo supera poi, quando attraverso i sistemi precompilati, il gioco diventa applicazione di calcoli matematico-statistici che, nella loro teoria, garantiscono la vittoria, almeno quella media ponderata nell'arco d'evoluzione di tutto il sistema - cioè: si vince sicuramente se si giocano una o più schedine per tutta la durata del Campionato, rientrando nelle spese. In ultimo c'è l'inganno (o l'autoinganno) quando il sistema risulta fallimentare. Se il sistema non consente di vincere, non si tratta di una vittoria dell'Alea sulla (pseudo)scienza; in questi casi si crede implicitamente che la "scienza" non possa essere sconfitta, essa fallisce solo quando è applicata male, quindi si ricomincia a giocare correggendo il tiro, nell'illusione che il caso non esista o che lo si possa prevedere. 





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