Di cosa sto scrivendo/scriverò qui, se ne saprà con il tempo.
1.
Alcune duodeche indietro al presente di questa storia vi fu un Ingell-ont di cui oltre non si dirà null’altro, il quale seppe di un nuovo Visualista.
2. A questi domandò d’occuparsi di un caso di documenti scomparsi a Vinsetebez: città-non-città a capo del Granrione di Gl'Iellea, dove alcuna...
3. ...dove alcuna tribù fu mai capace di stabilirsi come nazione entro i suoi confini. Il Visualista che di nome fa Vidad e di famiglia è degli Ifiphis, segnata sotto casato Hilpl, in tutto di scarsa importanza, in qualità di Visualista rappresenta una recentissima novità di Gl’Iellea tutta e la notizia di regnicoli capaci di utilizzare solo ingegno e intelletto nel prendersi cura dei problemi dei maghi, zrie schichtar nella lingua del Granregno divino, ancora non si è propagata oltre i confini del Granrione.
Per esempio la faccenda poco interessante dei documenti sottratti; dovete sapere che Gl’Iellea è una terra del Granregno nella quale, sulla scia e sulla fama di Rhiard santissimo, nelle generazioni seguite la vita di costui, il più gran numero di sapienti maestri della magia arcana hanno popolato i monti e i le valli di tale provincia, nell’eccezionalità della sua costituzione politica e in qualità di luogo dove la magia
4. di luogo dove la magia è il mestiere più importante tra tutti e da nessun’altra parte del Regno ne esiste «tanta e quanta come che qui».
Perciò l’uso più comune e sicuro per custodire certi scritti è di porli su carta normalissima, non affetta da nessuna forza magica - ma allorquando accade un crimine, secondo un detto creato proprio dagli elli: «non sperare: arte magica non illimpidisce quanto arte magica ha inquinato». Troppo le forme della misurazione e della connessione debbono operare per battere quello che caos e distruzione riescono a fare con un cenno del dito. Per questo ci sono i
5. Visualisti; così nominati con una parola dotata di significato diverso da quello sul nostro vocabolario; sono in pochissimi e forse non saranno mai che pochi i capaci di “vedere” gli accadimenti senza ricorrere ad alcun incantesimo – unico sistema, e obiettivo della vita di Olems di famiglia Hers, per risolvere i misteri professati a restare tali.
Vidad è uno dei suoi pochi allievi: riuscì a scovare il personaggio che si rese capace di mettere le mani su quelle scritture private e anche su altri oggetti di valore diverso.
Sciocco e avido, il figuro diede a Vidad l’occasione di completare il lavoro a dovere, portando il catturato alla corte di giustizia amministrativa, per accusarlo e farlo condannare di crimine reale.
6. Mentre Vìdad era impegnato presso la corte di giustizia, tra diverse carte da scrivere e controfirmare – inevitabile in un luogo in cui i maghi hanno impresso indelebilmente il loro marchio su ogni cosa – entrò nella stessa stanza in era Vìdad un tizio che nella gerarchia di questo ufficio è detto un “Importante”.
Il suo nome è Ral Esde. Inizia a vociare ovunque di questo e di quello ai presenti, finché non si trova faccia a faccia con Vìdad. L’Importante sorride; è la forma di saluto più semplice in queste situazioni. Poi alza l’indice e dice: «Conosco?». Sono forme di saluto particolari degli hatti e di tutte le altre tribù che ad altri possono apparire brusche e poco educate.
Ma Ral Esde era e rimase perplesso finché il volto di Vìdad non gli scivolò meglio nella memoria per collegarsi a certi ricordi più indietro nel tempo: «Sei il pupillo di Olems, quello a cui dà il lavoro in eccesso».
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