Anche a me, tanto tempo fa, la musica di Franco Battiato piaceva un sacco. Poi mi sono accorto che esistevano tanti altri "maestri" e "maestre", come lui forse anche migliori. Non sono assolutamente un filologo musicale, ma basta ascoltare con il cervello bene acceso, e la sensibilità giusta... non so, alcune composizioni di (non vi porto troppo lontano, sia mai) Zucchero, di Gianna Nannini, o di Siouxsie, dei Sister of Mercy, per rendersi conto dell'esatto "valore musicale" di ciascuno di loro, magari scomodiamo persino un certo, dimenticato da tutti, Paolo Fortis, che a differenza del catanese, sapeva fare male.
Ecco: Battiato non ha mai fatto male a nessuno, o per meglio dire, ha fatto male a chi non avrebbe dovuto. Insomma dai, le sue più celebri canzoni impegnate con le quali voleva impreziosire la sua adesione alla "rivoluzione" (Alexander Platz, la Prospettiva Nievsky ecc.) sono gravate di un pietismo, nostalgico e sentimentalista soffoca quello che invece doveva essere alimentato (ai suoi tempi) doveva essere incendiato con la benzina e la nitroglicerina. Quel suo porsi "rivoluzionario" ma sempre distante, da eremita sul monte a masturbarsi con i Sufi e i neoplatonici, dai... puro germe del radical-chic che ha infettato milioni di persone,
E infine: "ti vengo a cercare perché mi piace quel che pensi e quel che dici" o il suo cercare un "centro di gravità permanente", o i "rozzi cibernetici Signori degli Anelli" ecc.: massimi esempi di dire banalità ammorbanti dietro un lessico che qualsiasi bravo liceale con una bibliotechina a sua disposizione tirerebbe fuori.
Questi in realtà sono i motivi, considerati "positivi", per cui Franco Battiato è considerato un grande maestro della musica e della cultura italiana. A me, a distanza di anni, la canzone che di lui preferisco su tutte è "La canzone dei vecchi amanti", perché è una cover di Jacques Brel, non a caso.
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