Due frasi prese dal libro di Roger Caillois: La maschera e la vertigine, per un breve assaggio di quello che tratterà il mio prossimo articolo.
Alcuni giochi come il Domino, lo Jacquet e la maggior parte dei giochi di carte mettono insieme l'agon e l'alea, il caso presiede alla composizione delle "mani" di ciascun giocatore, e questi poi sfrutta nel miglior modo possibile, e a seconda delle proprie forze, la carta che il caso ha ciecamente attribuito. In un gioco come il Bridge, sono il ragionamento e la competenza a costituire la difesa del giocatore e a consentirgli di trarre il miglior partito dalle carte che ha avuto in sorte; in un gioco come il poker, sono piuttosto determinate qualità di intuizione psicologica e di carattere. [...] L'alea si associa senza danno alla vertigine, e la competizione alla mimicry. Nei giochi d'azzardo, è infatti noto che una particolare ebbrezza coglie sia il giocatore favorito dalla sorte, sia quello perseguitato dalla sfortuna. Essi non sentono più la stanchezza e sono a malapena consci di ciò che si svolge intorno a loro. Sono come stregati dalla pallina che sta per fermarsi su un numero o dalla carta che devono voltare. Perdono ogni controllo e a vole rischiano più di quanto non posseggano. Il folklore del Casinò è ricco di aneddoti significativi a questo proposito. Ma ciò che importa è osservare che l'Ulisse, che distruggeva l'agon, non rende affatto impossibile l'alea.
Nessun commento:
Posta un commento