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Ditesti

giovedì 27 febbraio 2014

Voglio aprire un negozio in una zona di guerra


La prendo con ironia, perché la rabbia non serve a niente. Vorrei aprire un negozio in una zona di guerra, perché in mezzo a un cantiere permanente già ci sto da anni. Pensate che quest'oggi sia un caso eccezionale? No, vi sbagliate proprio.


Basta chiamare in causa chi abita, lavora, passa o stazione quotidianamente per la piazza Umberto I di Todi, per avere conferma che questo è ciò che io vedo con più frequenza della clientela, di fronte alla porta del mio negozio.
C'è da aggiungere che questa piazza Umberto I altro non è che la zona caratterizzata da una superba scalinata a gradoni, la quale conduce al prestigioso santuario di San Fortunato, una delle più importanti chiese monumentali dell'Umbria. Fatto sta che, la stradina che passa proprio di fronte al mio negozio, la quale a prima vista sembra una strada pedonale - forse proprio perché pedonale - è presa costantemente di mira da chiunque pensa di poter lasciare l'auto, il furgone, l'autocarro, senza pagare un becco d'un quattrino in parcheggio (inutile dire che siamo in centro storico, e quindi in ZTL)


Come potete tranquillamente immaginare, accade sempre che i proprietari di questi automezzi, una volta che li hanno abbandonati come le cacche dei cani dove "più meglio" gli sta comodo, si presentino di fronte alle altre persone come fossero una versione peggiorata dei famosi Flinstones (i cavernicoli che avevano le auto senza fondo e sgambettavano per farle camminare).
Difatti, fargli presente che proprio perché ci si trova in un centro storico dove ci sono uffici e altre attività commerciali, sarebbe il caso che si comportino nel rispetto degli altri, della viabilità e del decoro cittadino (le foto la raccontano perfettamente), è completamente inutili. Questa gente, neanche ti cade dal pero, semplicemente fa: «Ugh! Me no capisce, me deve lavorare, avere da trovare da mangiare, ugh». 
È altrettanto inutile cercare di intavolare una discussione vertente su principi più semplici e universali, tipo le buone maniere: «Perdonami ma io non mi sognerei mai di arrivare e parcheggiare la mia auto di fronte alla tua porta, perché tu lo fai? Con la scusa che devi lavorare? E io che sto tentando di fare?».

Fatti che danno a pensare: a venti metri da piazza Umberto primo, si trova la sede del Comando dei Vigili Urbani, a 150 metri, sito in piazza del Popolo, si trova la sede del Comune con sindaco e tutti gli assessori annessi: eppure queste persone maleducate - anzi ineducate - fanno lo stesso con tutto il loro comodo. Pensare tra l'altro che a 15 metri da da dove questi lasciano vetture e automezzi di lavoro si trovano dei regolari parcheggi sia per le vetture private che per quelle di lavoro. Perché non le lasciano lì? Perché devono fare 10 metri in salita!

Passo le mie giornate a scacciare questi parcheggiatori come fossero dei ratti, ci manca solo che li rincorra con la ramazza... e non mi sento affatto in torto.


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