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Ditesti

domenica 29 settembre 2013

Appunti per andare a votare



(il minimo indispensabile su cui ogni italiano dovrebbe ragionare)

La condizione del Paese è un perfetto esempio per un manuale di Storia. L'Italia si trova nella situazione di dover finanziare una serie di servizi, ma non possiede la necessaria produttività per soddisfare il compito - ergo: non riuscendo a produrre denaro a sufficienza, tutti finiscono per soffrire di ristrettezze e sacrifici economici.
I servizi da finanziare non sono unicamente quelli sociali noti a tutti: sanità, istruzione, previdenza sociale, ordine pubblico, ambiente... Se i servizi si riducessero a questo, l'incuria e decadenza conclamata e vistosa, potrebbe bastare a rimettere il sistema in equilibrio. Servizi da finanziare sono anche quelli che vengono richiesti dalla Comunità Europea, i quali passano sotto il naso di tutti (o come spauracchio) con i nomi di “parametri” o di “patti” (“di stabilità”). Tecnicamente e concretamente, gli interessi pagati dall'Italia sui proprii Titoli di Debito, sono la forma di servizio che il Paese finanzia: soldi reali, intascati da banche e industrie, per mantenere in piedi il circuito e il sistema economico della Comunità Europa. 
Esistono altre forme di finanziamento di questi servizi “europei”, e questi gravano pesantemente sul bilancio del paese, ne offre la prova il semplice fatto che si possono ridurre tutte le voci di spesa, tranne quelle destinate all'Europa.
Per uscire da questa crisi distruttiva, a quanto pare, nessuno ha il vero coraggio o la vera capacità di mettere mano al rapporto Italia/Europa per mutarlo in qualche modo (senza arrivare al solito slogan: «usciamo dall'Euro»).
Pure un bambino capisce che ormai il tracollo è prossimo. Quindi, se non c'è né coraggio né intelligenza per ripensare la questione Europa, la logica più superficiale spinge a voler mettere mano alla produttività del Paese e cercare di migliorarla.
Perché questo tentativo non viene neanche fatto?
Il tentativo non viene neppure immaginato alla lontana perché la prima causa della perdita di produttività del Paese è causato dagli stuoli e dagli strati delle classi dirigenti (imprenditori, amministratori, funzionari, politici) incapaci di uscire dallo stagno mefitico della loro insolente insipienza, perché è in quell'acqua sporca che hanno trovato il loro benessere e le energie per riprodursi. 
Corruzione, lassismo, miopia di prospettive, servaggio a poteri esterni, e molto altro ancora sono la prima causa della crisi italiana. Solo per ipotizzare la prima cosa che può saltare in mente: se in Italia non si dovesse sottostare a una lunghissima trafila di incontri con funzionari e dirigenti, se non esistesse un sistema clientelare corrotto, volto all'arricchimento di pochi luridi ben ammanicati tramite tangenti e corruzione, la voce degli investimenti esteri in Italia tornerebbe a salire più velocemente. Ma solo a vedere il fatto che viene arrestato un politico (di rilievo) al mese, fa ben pensare ai capitali stranieri di restare, giustamente, altrove.

Non allungo oltre la storia, altrimenti diventa una storia che tutti finiscono per raccontare. Penso, invece, al fatto che si andrà inevitabilmente a votare tra qualche settimana.
Come regolarsi?
Andremo a votare con una legge elettorale più che anti-democratica, la legge elettorale qui presente, impedisce l'autodeterminazione dell'elettore. Tutti ormai sappiamo benissimo come funziona: le Segreterie dei partiti decidono la lista dei candidati collegio per collegio. I risultati elettorali sono prevedibili almeno per l'80% dei collegi nazionali. Ne consegue che i partiti possono determinare in anticipo gli eletti almeno per i quattro quinti.
Per loro, più importante del risultato finale, è quello di poter decidere a priori chi sarà eletto, così da poter continuare a perpetrare ladrocinii e l'opera di distruzione del Paese.

Cosa può fare un italiano ormai orripilato da tanta melma?
Non mi interessa dare indicazione di voto a nessuno, per rispetto all'intelligenza di tutti e della libertà di ognuno. Consiglio però a chi vuole di iniziare a interessarsi delle persone, di studiare i profili e le vite di quelli che saranno candidati alle elezioni, e di diventare protagonisti immediatamente. Perché altissima sarà la possibilità di veder replicato il risultato delle scorse elezioni, esattamente identico, in quasi tutti i collegi: il partito che vinse sei mesi fa, vincerà ancora, con poche differenze.
Allora spetta a chi vuole contare ancora qualcosa come cittadino, farsi sentire direttamente da quel partito perché faccia eleggere qualcuno degno di rappresentarci, in caso negativo... sputtanateli tutti, iniziate a farlo ora.

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