- · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · - - · -

eadv

Ceramiche Rinascita del Dott. Patrizio Agostinelli: click to see

Ceramiche Rinascita del Dott. Patrizio Agostinelli: click to see
Ceramiche Rinascita click for the Ceramics

Ditesti

mercoledì 19 dicembre 2012

La fabbrica dello spreco

"Il Fondale"
Quando (nella riflessione precedente) abbozzavo timidamente la mezza idea che un problema grande dell'Umbria fosse la scarsa capacità delle sue classi dirigenti, non mi accorgevo bene di quanto gli aspetti più ridicoli e risibili di certe iniziative di governo locale siano invece allineate perfettamente a quel settore dell'economia italiana che riesce sempre, bene o male, a “girare”. Io la definisco la “Fabbrica dello Spreco” e viene rappresentata dall'elevamento a sistema della concentrazione di energie psicofisiche di tutta l'ideazione governativa per soluzioni di facciata, di iniziative pseudoculturali che non portano a nulla di concreto ma altresì vengono passate all'opinione pubblica come delle genialate.




Un giorno bisognerà fare un'indagine seria ed elaborata sulla divisione dei settori culturali dell'Umbria: perché l'alta cultura non è ben fruibile, perché i bastioni storici e i pezzi nobili e pregiati della regione sono utilizzati sottotono, perché ci si impegna tanto – sprecandosi – nella trafila sinonimica del pittoresco-folkloristico-vernacolare-popolaresco delle nostre città di dimensioni medio-piccole.
Foligno – col suo dialetto gutturale e belluino (non che gli altri siano migliori, beninteso) – è la città del “centru de lu munnu”; patrimonio inestimabile di questo Comune è la diceria per la quale alla città della Quintana era stato riconosciuto il punto di centralità terrestre tempo fa individuato nel birillo rosso di un biliardo posto nel “Caffè Sassovivo” a Corso Cavour. Chiuso tempo fa questo locale, Foligno, rimasta orfana del punto di riferimento privilegiato, attraverso la sua amministrazione comunale si è mossa per trovare un altro “Centro” dell'orbe terrestre. Con buona pace per la geometria e la cartografia, nel bel mezzo del quadrivio meglio conosciuto Lu Tribbiu alla confluenza tra via Garibaldi, via Mazzini, largo Carducci e corso Cavour, l'amministrazione comunale di Foligno ha deciso di erigere un simbolo monumentale per lu centru de lu munnu.
Bisogna ammettere che c'è chi ha cercato di “pompare” un po' troppo la vicenda, specie sotto il segno dell'enfasi grammaticale dato che a leggere un po' in giro pare che il “primato geografico” di Foligno sia stato decretato (potere della politica!) da una delibera del Consiglio Comunale messa gli atti il 29 di maggio del 2008 su impulso di una Mozione presentata il 19 settembre 2007 dal Vicepresidente dell'assise municipale Francesco Maria Mancia (partito:  PDL). La logica della costruzione di tale monumento è di un'ingenuità disarmante: «fare del centro del mondo un vero e proprio segno distintivo della città che unisca storia, tradizione, cultura e credenze popolari per creare un punto comunicazione e fini promozionali e turistici di rilievo internazionale» perché certamente chi resisterebbe alla tentazione potersi fare una foto al “centro del mondo” o avere un ricordo della sua visita all'ombelico del pianeta?
In verità, a guardare le date degli anni, non era una così stupida idea, nel 2007-2008 c'era tutt'altra aria e tutt'altre prospettive per intercettare – almeno per qualche ora – flussi turistici internazionali interessati all'Umbria. La cosa stupida è è che ci sono voluti cinque anni perché Nando Mismetti (sindaco di Foligno) annunciasse che a settembre si iniziava a vagliare i primi bozzetti per l'opera.
A questo punto vi citerei Todi – comune della “città più vivibile del mondo” – nel quale sono anni che si litiga dal Consiglio al marciapiede per la costruzione di un depuratore di acque reflue assolutamente indispensabile per la comunità, ma nessuno lo vuole per via dell'impatto ambientale e nessuno osa dire qualcosa di preciso in giro, quindi che vi “giro” vuoti comunicati a fare?

Nessun commento: