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Ditesti

sabato 7 aprile 2012

caro amico elettore passivo


Caro, carissimo mio elettore passivo (e già pare che ti stia denigrando per forza quando invece sto usando una terminologia tecnica ed esatta), voglio portarti a conoscenza di una cosa, affinché te lo stampi bene in mente. Io, Paolo Augusto sotto mentite spoglie e qualcun altri al di là di questa realtà virtuale, i tuoi volantini stampati a quattro colori sulla più costosa carta esistente per rendere meglio il tuo sorriso rassicurante che tanto corpo dà ai tuoi proclami sempre gli stessi, non li voglio. Io sul tuo badge da inserzionista di Facebook che collega al tuo iperstrutturato sito web da 50 megabyte di dati da scaricare al secondo (per colpa del flash), non ci cliccko. Non giro neanche la testa quando vedo il tuo furgone, camper, Ape, agghindato come un carrettino siciliano con i tuoi manifesti, le trombe, la hit del momento con la quale si spandono messaggi di sottofondo, e non mi invitare a cene, feste, concerti elettorali, io non ci vengo.
Io ho deciso che questa politica la voglio boicottare di sana pianta, che non voglio più sottoscrivere, firmare, aderire, contribuire con un centesimo del mio denaro né con un minuto del mio tempo.
Per quale motivazione? Spiegarla e spiegartela è di una tale semplicità che crea raccapriccio e sdegno, peggio di uno schiaffo con un asciugamano appesantito bagnandolo nell'acqua. Ma non ti accorgi, non ti rendi conto di quanti soldi vai spendendo per la politica e la campagna elettorale? Non ti sei mai fermato a pensare che sei intrappolato in un sistema che ti fa essere compulsivo e sconsiderato come il giocatore di videopoker diventato dipendente.
Ci hai mai pensato che negli ultimi dieci anni solo questi costi sono cresciuti in un modo spropositato? Hanno creato un'ipertrofia steroidea della muscolatura di questa struttura sociale tanto da essere, probabilmente, una delle prime molle, uno degli inneschi basilari che hanno costretto i partiti a diventare delle grandi aziende tese al procacciamento di fondi in ogni modo possibile che per stretta natura delle associazioni politiche devono essere condotti in modi oscuri e poco legali. Del resto, caro amico elettore passivo, come potrebbe andare diversamente se si iniziano a spendere mille, duemila, cinquemila, anche diecimila euro per una campagna elettorale per un ente di dimensioni modeste e anche insignificanti? Quando si anticipano scriteriatamente una quantità così esosa di denaro perché “così fan tutti”, perché il sistema della politica in Italia è diventato questo grande spettacolo patinato, malato di elefantiasi inutile?
Per questo ho deciso di boicottare e ripudiare completamente questo sistema politico e chi si barcamena con esso tirandolo innanzi. E non mi dare dell'antipolitico d'occasione, perché tu per primo dovresti conoscere bene la differenza tra democrazia e demagogia che sta alla base di tutto.
Lo stabilirono niente poco di meno che ad Atene nel Quinto secolo, quando si pose l'allarme sulla differenza che c'era tra il coinvolgere il popolo nell'acropoli in discussioni articolate e dense di contenuto e quando lo si arringava con parole retoriche, vuote, tese solo a convincerli, compiacerli, scuoterli, far leva sui loro sentimenti viscerali invece che chiamare in causa il loro intelletto.
Questo lo conosci benissimo, lo conosco io, lo conosce qualunque persona dotata di giudizio equilibrato. E allora perché in questi anni s'è dato così tanto risalto alle “forme di comunicazione” della politica? Un'infinità galoppante di seminari, convegni, stage di formazione e via dicendo che hanno portato a un prodotto che al di là di una forma efficace a veicolare ben poco di utile hanno creato sperpero e peculato.
Non pare sia il momento di finirla? Per me, sì, e in modo inappellabile. Siamo in una condizione dove la delegittimazione della casta politica è massima, e non è possibile che continuate così “ciononostante”, perché è indegno e immorale, perché i sacrifici che state chiedendo a tutti e che vorreste e dovreste fare anche voi, partono anche da queste.
E poi, c'è anche un dato ancora più importante e profondo, per non dire essenziale e strutturale. Mio caro amico elettore passivo: ti è mai sfiorata l'idea di quanto il sentimento che la politica sia inutile abbia mai preso piede nella testa del popolo italiano? E perché questo? Perché gli italiani non sono stupidi, manipolabili come si crede. Non hanno poca cultura, intelligenza e capacità critica. E non sono neanche dei pelandroni buoni solo a denigrare e a fare di tutta erba un fascio mossi dall'invidia contro chi si gode la bella vita senza meritarsi nulla.
È che il popolo italiano è stanco e saturo della réclame. Perché la politica inutile è esattamente quella che si è vista negli ultimi 15 anni: fatti di manifesti, belle facce, di chiacchiere insipide, di liturgie preconfezionate, di scandali puerili che asfissiano i telegiornali e la stampa e inquinano tossici ogni poro della pelle e del cervello.
Non se ne può più di tutto il ciarpame che tra tipografie, laboratori di webmaster e studi televisivi sfornate, non serve più a nulla. La politica deve diventare sobria e rigorosa, la politica deve entrare davvero nel cuore dei problemi, la politica deve dare risposte a ciò che serve alla gente dall'oggi al domani, oggi, perché domani è tardi.
Se poi non ci senti, se poi la tua intenzione è quella di fare i comodi di “altri poteri”, se poi per te la politica è un modo per far profitto con ciò che profitto non dovrebbe creare, io ti ripudio e ti boicotto.

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