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Ditesti

giovedì 28 aprile 2022

«I giochi aleatori» e l'inganno

 Ogni gioco crea sempre e in qualche modo una dimensione illusoria per chi vi prende parte, non per caso dalla parola latina «ludus», passando per «in + ludere» (che si traduce con «entrare in gioco») abbiamo «illudere».

Ma nonostante il contributo del lavoro di Roger Caillois che ha tratto le somme per una suddivisione categorica dei giochi in quattro tipi fondamentali, non è lecito pensare al Ludus come a un qualcosa di unico e unitario, che può assumere diverse forme, determinarsi parzialmente e trasformarsi in un «tipo» - del resto tutto ciò non rientra affatto nella teoria di Caillois.

In particolare i giochi d'azzardo non creano una dimensione illusoria così come lo fanno i giochi di ruolo, i videogame e anche i giochi agonistico-sportivi, i quali attuando i loro regolamenti, in pratica creano dei sotto-mondi al quale tutti i partecipanti e anche gli spettatori assecondando leggi diverse da quelle più consuete del mondo "reale" della serietà.

Il gioco d'azzardo porta l'illusione nell'interno delle sue meccaniche di gioco e nell'intimo del vissuto dei giocatori. Nel saggio che ho scritto al riguardo, con l'obiettivo di revisionare e ammodernare l'analisi dei giochi aleatori, faccio assolutamente mia l'osservazione di Caillois, che poi tramuta giustamente in uno dei paradigmi essenziali dell'Alea, secondo il quale i giochi d'azzardo consentono la palma della vittoria a chiunque. Se inseriamo questo elemento essenziale in un qualunque schema sociale, immediatamente il "chiunque" si determina in negativo: chiunque diviene «anche colui che non ha alcuna qualità personale importante», chiunque è l'individuo medio, quanto quello sotto ogni media, chiunque è anche il pelandrone, l'ignorante, il parassita. Eppure anche questi chiunque possono vincere. Poter vincere sotto questi astri già fa nascere un'illusione pallida, perché siamo fondamentalmente dell'idea che vince chi lo merita; qui invece possono meritarlo tutti, anche chi in partenza non è affatto meritorio di nulla.

Se uniamo quest'aspetto con un altro essenziale dei giochi aleatori, abbiamo che persino chi non meriterebbe proprio nulla potrebbe vincere somme di denaro tanto consistenti da cambiargli la vita. A questo punto l'illusione dilaga, così tanto che trascende i confini dei sottomondi fittizi per insinuarsi in quello della realtà, e in certi casi dominare alcuni eventi - pur tuttavia, e di solito, solo di secondaria importanza.

In questo senso l'«homo ludens» ha trovato modo di portare l'illusione dello spirito ludico, dentro il Ludus stesso, tirandolo giù esattamente nel grembo nucleare del gioco, per quanto riguarda i giochi aleatori, mentre negli altri resta un effetto di creazione. Come è stato possibile congegnare un tale sistema? Io credo attraverso l'uso dell'inganno... vedi sotto. (e poi visita il sito dove puoi leggere integralmente il saggio online o scaricarlo a solo un euro)



Breve video di presentazione e commento

Infine, per chi è pigro per leggere e non ha tempo per il video, ma è curioso di avere un'infarinata originale sui giochi aleatori e come funzionano in loro gli inganni e le illusioni, ho estratto la traccia audio per un breve podcast.





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